Storia del DSC

Gli studi chimici erano attivi presso l’Ateneo di Catania almeno fin dalla fine del 1700. Troviamo infatti un prezioso volume del prof. MIRONE (ordinario di Chimica a Catania), stampato a Catania già nel 1797, che contiene la traduzione di un libro di chimica edito nel 1796 a Parigi, dovuto al Fourcroy, collaboratore di Lavoisier. L’Istituto di Chimica Generale ebbe sede, sino al 1916, al primo piano del Palazzo dell’Università, al cui interno ancor oggi una delle aule è connotata quale “Aula di Chimica”. Gli anni che vanno dal 1875 al 1900 vedono a Catania la presenza di chimici illustri, quasi tutti allievi di Stanislao CANNIZZARO. 

Cannizzaro.pngNel marzo 1895, il prof. Giuseppe GRASSI-CRISTALDI prende la direzione dell’Istituto chimico. Egli si occupa di Chimica organica sintetica e strutturale, arrecando un notevole contributo alla delucidazione dei derivati dell’acido diidrosantinico; lavora anche sull’urotropina e derivati, non disdegnando altresì problemi analitici riguardanti l’essenza dei limoni, le acque dei paesi vicini a Catania e l’analisi di rocce laviche. Nella direzione dell’Istituto chimico, il Grassi-Cristaldi era stato preceduto da Alberto PERATONER, anch’egli allievo del Cannizzaro, che si distinse per le sue ricerche di chimica organica che ebbero come oggetto la reattività di fenoli e chetoni e la sintesi di nuovi composti organici. Negli anni che vanno dal 1900 al 1936 pochissimi lavori di chimica appaiono sulle riviste dell’Accademia Gioenia: nel 1938, l’Angeletti pubblica alcuni suoi lavori sulla costituzione di alcune sostanze naturali estratte da vegetali. Nell’immediato dopoguerra, il prof. Bruno FORESTI fu chiamato a ricoprire la cattedra di CHIMICA GENERALE E INORGANICA. L’Istituto chimico era ancora quello di Via Androne, e Foresti vi abitava. Egli era gravato da parecchi corsi di Chimica generale, che doveva tenere separatamente per gli studenti di Chimica, di Fisica, Scienze Naturali e Ingegneria. Egli organizzò i laboratori e i corsi di chimica generale a livello moderno. Foresti formò una nutrita schiera di allievi, che si dedicarono a ricerche di elettrochimica e e chimica analitica (S. Musumeci), di sintesi di composti inorganici (G. Fichera, S. Gurrieri, A. Seminara), di catalizzatori (G. Romeo), di fotochimica (G. Condorelli).

La CHIMICA ORGANICA e la CHIMICA FISICA avevano ormai raggiunto uno sviluppo molto ampio, e non era possibile limitare l’insegnamento della chimica da una sola cattedra (Foresti). Fu così istituita una seconda cattedra di chimica, e il prof. A. GIACALONE, allievo dell’illustre prof. Oddo a Palermo, fu chiamato a insegnare quelle due discipline. Il nuovo Istituto trovò posto nel Palazzo delle Scienze, in una sede per la verità poco adatta ad un Istituto chimico. Come successore di Giacalone la Facoltà chiamò un giovane professore di Bologna, Riccardo PASSERINI, cui fu assegnata la cattedra di CHIMICA ORGANICA INDUSTRIALE, incaricandolo anche per l’insegnamento della Chimica Organica. L’intento della Facoltà era quello di allargare lo spettro delle ricerche chimiche coltivate a Catania, fino a comprendere quelle di CHIMICA INDUSTRIALE. Ciò doveva rispondere all’interesse del territorio verso il recente insediamento dell’INDUSTRIA PETROLCHIMICA nel siracusano. A Passerini fu assegnato un ampio locale al Palazzo delle Scienze, lasciato libero dall’Istituto di Fisica. Passerini “ereditò” anche alcuni assistenti dalla cattedra di Chimica organica di Giacalone (G. Purrello e G. Zerbo), ed altri si trasferirono dalla Facoltà di Farmacia del Prof. Andrisano (F.Bottino, A. Arcoria). Oltre che a contatti scientifici con Bologna, sua sede di provenienza, Passerini instaurò collaborazioni con Istituti internazionali, per esempio con l’University College di Londra, dove Passerini aveva lavorato, e il cui direttore, Sir C.K. INGOLD, uno dei più famosi chimici del tempo, venne a Catania a più riprese partecipando alle ricerche in corso. Gran merito di Passerini fu quello di aver promosso l’istituzione del Corso di Laurea in CHIMICA INDUSTRIALE (1960), e di aver aperto le porte della didattica a dirigenti industriali. In quegli anni si videro i dirigenti degli stabilimenti chimici di Priolo, di Siracusa e di Ragusa, tenere corsi ufficiali di chimica industriale e di impianti chimici, con grande profitto degli studenti e del livello degli studi. Anche le ricerche in chimica industriale furono incrementate: nel 1958 sorse il laboratorio di PETROLCHIMICA e nel 1962 venne inaugurato il laboratorio POLIMERI. Queste strutture, assieme al preesistente laboratorio di SOSTANZE COLORANTI, furono le strutture portanti dell’Istituto di Chimica industriale a Catania.

Continuando nella politica di rafforzamento delle discipline chimiche, nel 1957 la Facoltà di Scienze chiamò il prof. Antonio FOFFANI a ricoprire la cattedra di CHIMICA-FISICA, che era rimasta vacante dopo il trasferimento del Giacalone. Foffani rimase 4 anni a Catania, e avviò ricerche di polarografia, di spettrometria infrarossa e spettrometria di massa. Mantenne rapporti di collaborazione con la sede di Padova, da dove proveniva, e riuscì a mettere insieme un buon gruppo di ricerca, che portò via con sé a Perugia e a Bologna poi. La Facoltà si affrettò a nominare il suo successore nella persona del prof. M. FAVINI, proveniente dalla scuola di chimica teorica di Milano. A completare il ventaglio delle discipline chimiche insegnate a Catania, nel 1966 fu chiamato, da Napoli, il prof. Mario PIATTELLI alla cattedra di CHIMICA ORGANICA. Piattelli, che si era formato alla rinomata scuola di Sostanze naturali di Napoli, rimase a Catania fino al pensionamento (1998), ed ebbe modo di sviluppare una ampia attività di ricerca sulla struttura delle sostanze naturali organiche, utilizzando metodologie avanzate. Di speciale interesse per il territorio sono gli studi sulle alghe mediterranee, condotti in collaborazione con gli Istituti di Botanica e di Zoologia di Catania, che costituiscono un bell’esempio di sinergia scientifica e di ricerca interdisciplinare. Per quanto riguarda la chimica generale e inorganica, a succedere al prof. Foresti fu chiamato nel 1963 il prof. Vittorio CARASSITI, che riuscì ad avviare un gruppo di ricerche sulla fotochimica. Il successore alla cattedra di Carassiti fu il prof. A. FERRO (1963-69), che arrivò a Catania con un gruppo di suoi collaboratori provenienti da Genova, importante città metallurgica, e con loro ripartì quando fu richiamato a Genova. Passerini si trasferì a Venezia nel 1971, e al suo posto s’insediò il prof. A. ARCORIA, suo allievo e cultore della chimica delle sostanze coloranti. 

La situazione che si delineò a Catania a partire dal 1967 risultò fortemente condizionata da fattori logistici, e cioè dalla costruzione di un vero Istituto chimico. Infatti, gli Istituti chimici furono collocati in un unico edificio, sito nella nuova Cittadella universitaria di Viale Doria. Si formarono quattro Istituti distinti e ben organizzati, corrispondenti alle cattedre tradizionali: Chimica generale e inorganicaChimica organicaChimica FisicaChimica industriale. Col tempo, la contiguità degli Istituti, la comunione dei servizi, la biblioteca comune, la gestione della didattica e dei due Corsi di Laurea, portarono inevitabilmente alla fusione dei quattro Istituti. Ciò avvenne con l’istituzione dello “Istituto dipartimentale di chimica e chimica industriale” nel 1978. Occorreranno ancora alcuni anni perché la situazione evolva verso un vero e proprio DIPARTIMENTO di SCIENZE CHIMICHE, che avverrà solo nel 1984.

[da: “Breve storia della chimica a Catania”, PAOLO FINOCCHIARO, GIORGIO MONTAUDO, Bollettino Accademia Gioenia Sci. Nat., 43, pp. 181 – 190, 2010, ISSN 0393 -7143]